Tra i territori della Toscana e dell’Umbria viene prodotto un vino che testimonia la tradizione e l’amore per viticoltura. Tali attività che affondano le sue radici nel lontano passato prendono il nome di Vin Santo Toscano, anche comunemente conosciuto come Vinsanto. Questo vino è prodotto da uve lasciate appassire immediatamente dopo la raccolta, per questo è catalogato tra i vini passiti. Questo vino è prodotto dall’unione di ottimi vitigni. Il Trebbiano e il Malvasia, ma che spesso può essere prodotto con uve del Sangiovese. In tal caso cambia la denominazione, infatti si parla di Vinsanto Occhio di pernice. Le sue origini hanno svariate teorie. La più accreditata vuole come autore un frate francescano che nel 1348 si adoperava a curare le ferite delle vittime colpite dall’epidemia della peste. Si dice che il prete usasse il vino adoperato dai confratelli per celebrare messa. Da lì si sparse la voce che il vino potesse avere delle proprietà curative miracolose. Per questo fu chiamato ‘santo’.
Caratteristiche
A prescindere da quale fosse la reale origine di questo vino non cambiano le amabili doti del suo gusto e del suo odore. Aspetti organolettici che andremo a vedere qui di seguito Colore: Come la maggior parte dei vitigni a bacca bianca il vino si presenta con un colore tipico di giallo paglierino e dorato, tal volta ha la possibilità di cogliere sfumature che si avvicinano all’ambrato. Odore: Il profumo è intenso e spesso si percepiscono sentori di miele, noci e la tipica uva passa. Sapore: il Vin Santo al palato si presenta secco. Amabile e decisamente abboccato. Una delizia per la bocca.
I giusti abbinamenti
Il Vin Santo è ideale per la combinazione dei piatti tradizionali e tipici della Toscana, come i ‘ricciarelli di Siena’ o anche la torta ‘buccellato’ dove uvetta e anice fanno da padroni. Anche nella tradizione umbra può abbinarsi il Vin Santo, infatti spesso si trova insieme alla ‘Ciarmicola’ un bel calice di Vin Santo per celebrare le festività pasquali. Infine non è possibile parlare di Vin Santo senza pensare ai ‘cantucci’, tipici biscotti che vanno inzuppati nel vino per trovare il giusto sapore e per essere ammorbiditi.