Siamo in Umbria, tra le campagne della provincia di Perugia, dove un vigneto, con il suo prezioso nettare, abbraccia tutto il territorio del comune di Montefalco. Gli amanti dell’enoteca di tutto il mondo conoscono bene il prodotto preso in esame e che nasce in questo meraviglioso suolo circondato dalla natura. Ciò che ha reso celebre il vino Montefalco Sagrantino è stata la sua enorme intensità, concentrazione e attitudine all’invecchiamento. Tutto questo lo si deve grazie alla notevole presenza di molecole polifenoliche. Nel 1979 riceve il riconoscimento della denominazione DOC e dal 1992 rientra tra i vini tutelati dal marchio DOCG. Nel 2002 Il Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali con un decreto ha limitato l’utilizzo del nome Sagrantino alla sola DOCG Montefalco Sagrantino.
I natali del vitigno sono ancora avvolte da un manto di mistero. Nonostante vi siano molte tesi, la teoria più attendibile colloca le sue origini lontano dal nostro territorio, in Grecia. Dalla zona ellenica, infatti, alcuni monaci bizantini avrebbero importato sul suolo italiano il prezioso frutto in seguito a un lungo ed estenuante periodo di evangelizzazione proprio nell’Asia minore. In patria, successivamente, i frati, colpiti dalle sublime caratteristiche del vino, diedero inizio alla coltivazione di questo vitigno. Grazie al loro impegno e a una giusta devozione di propaganda oggi.
Il vino Montefalco Sagrantino, è considerato tra i più buoni ed è apprezzato in tutto il mondo. Grazie al suo squisito sapore e per via dell’alta qualità dell’uva e del nettare che se ne estrae il Sagrantino è per antonomasia il vino perfetto per presenziare qualsiasi cerimonia religiosa. Utilizzato molto per consacrare le tavole durante le più importanti festività come le commemorazioni natalizie e soprattutto pasquali. Usato moltissimo per le tradizioni e per le riunioni familiari. Dunque, considerato da molti, un vino sacro, dalla quale sacralità deriva proprio il nome stesso: il vino Sagrantino.
Caratteristiche
La denominazione DOGC si riferisce a due particolari varietà di vino rosso. La prima versione è riconosciuta come Secco. La seconda è la più antica. In realtà, quest’ultima è la versione originale, cioè il Passito.
Entrambe le speciali tipologie mostrano a pieno le loro singolari qualità e caratteristiche organolettiche. Di seguito sono mostrate brevemente, ma in maniera concisa, le loro principali peculiarità.
Colore: Il Sagrantino Secco ha una colorazione di rosso rubino con riverberi violacei. La versione Passita è anch’essa di un colore rosso rubino ma decisamente più carico.
Odore: Il Secco ha un autorevole effetto olfattivo. Sono assai presenti gli effluvi di more di rovo e prugna che provengono dal vitigno che si uniscono con la vaniglia rilasciate dal legno. La variante Passita è delicata all’olfatto con il leggero tocco di more di rovo.
Sapore: Il Sagrantino Secco ha un sapore potente, ma nel contempo vellutato e morbido con un’ottima tannicità ad arricchire l’opera d’arte. La Passita si presenta possente e con un gusto assai armonico, molto gradevole e decisamente abboccato.
I giusti abbinamenti
Il Montefalco Sagrantino trova la sua giusta collocazione in tavola accanto a piatti di carni rosse sia arrostite che grigliate, ma va anche a braccetto con formaggi stagionati. Il Sagrantino Passito, per via del suo gusto dolce, si sposa bene con i pasticcini secchi e con presenza di cioccolato. A Pasqua, come vuole la tradizione, si può accostare con piatti a base di carne, per esempio l’arrostod’agnello.
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